Dopo la grande amarezza del Giro 2018 (cfr “Giro d’Italia: è Froome il nuovo re di Roma” del 29 maggio), che lo ha visto come grande protagonista per 13 giorni di gara (e con ben tre vittorie parziali), il britannico SimonYates ha la sua grande rivincita in una corsa a tappe e fa sua la Vuelta di Espana numero 73 dopo undici giorni da leader e un primo posto a Les Praeres. Il britannico, dopo un duello durato praticamente tutta la corsa rossa con Alejandro Valverde, ha portato a casa il prestigioso risultato che gli mancava per impreziosire una carriera ancora non lunga (ha solo 26 anni). La classifica generale finale, però, non rende il giusto pathos alla gara che ha vissuto per molti giorni sul filo di pochi secondi di scarto tra i primi della classifica generale. La continuità di Yates, cosa che gli era mancata in Italia, ha permesso di sfiancare il ben più titolato avversario spagnolo. I favoriti della vigilia (cfr ns pezzo del 4 settembre scorso) si sono tutti affrontati (tranne il nostro Aru) ad armi pari e hanno duellato su ogni salita nella speranza di ottenere onorevoli piazzamenti, ma nulla hanno potuto contro il redivivo inglese. Sorpresa di questa edizione è stato l’iberico Mas, scalatore ventitrenne, piazzatosi secondo.
Questa la classifica generale finale: Simon Yates primo, Enric Mas secondo a 1’ 46’’. Terzo è giunto Lopez a 2’ 04’’. L’olandese Kruijswijk ha chiuso a 2’ 54’’, mentre Valverde ha terminato quinto a 4’ 28’’, lontano dal podio che aveva accarezzato per venti giorni.
Per l’Italia, uscito di scena Aru, e con un Nibali alla ricerca della miglior condizione dopo le note vicende del Tour, sono arrivate solo quattro vittorie parziali. Il veronese Elia Viviani si è ancora distinto con tre successi (compreso l’arrivo finale di Madrid il 16 settembre). Il friulano De Marchi ha vinto, infine, l’undicesima tappa a Luintra.
A Innsbruck si sono svolti, poi, il 30 settembre scorso, i campionati del mondo per professionisti. Il percorso iridato, decisamente impegnativo, aveva limitato, già dal via, il lotto dei favoriti. Grande aspettative per l’Italia erano riposte in Vincenzo Nibali. Principali avversari sembravano essere i francesi Alaphilippe e Pinot, lo spagnolo Valverde (reduce però dalla cocente sconfitta alla Vuelta) e i britannici Simon and Adam Yates. L’azione decisiva si è svolta sull’ultimo strappo (con pendenze sino al 28%) di giornata. Bardet, Woods e Valverde lì hanno fatto il vuoto. Il nostro Gianni Moscon e l’eterno piazzato di stagione Dumoulin sono rimasti in scia ai tre. Sono spariti dai radar di corsa Nibali, Alaphilippe e Pinot. L’arrivo, una volata a quattro, non ha avuto storia. Valverde ha ritrovato lo spunto dei momenti migliori, dimenticato il pesante colpo subito nella corsa a tappe spagnola di pochi giorni prima, ed è risorto. Questo l’ordine di arrivo: Valverde è arrivato primo con lo stesso tempo del francese Bardet e del canadese Woods. Quarto è finito Dumoulin. A 13” è giunto il trentino Moscon.
Per Yates e Valverde dopo le brutte prove e le delusioni di (rispettivamente) Giro e Vuelta, è arrivato il momento della meritata gioia!
di Matteo Peretti