Solo a gennaio si potrà assistere ad un’eccezionale ed esclusiva visita guidata al soffitto trecentesco a carena di nave rovesciata che rappresenta un unicum a livello mondiale per la straordinaria combinazione di architettura e pittura.
Verona, 29 dicembre 2017 – Sono tre le date in cui poter visitare per la prima volta in assoluto lo
straordinario soffitto della chiesa di San Fermo Maggiore: il 7, 14 e 21 gennaio dalle 14.20 alle 17.
Una visita esclusiva ed eccezionale che permette di ammirare da vicino la struttura lignea a carena
di nave rovesciata e la famosa pinacoteca trecentesca composta da quattrocentosedici busti di santi.
Un’occasione offerta dai professionisti che stanno realizzando i lavori di restauro al soffitto e
organizzata dalla parrocchia di San Fermo Maggiore in collaborazione con l’Associazione Chiese
Vive. Agli incontri parteciperà anche la storica dell’arte Erika Prandi che introdurrà i visitatori alla
visita del prezioso manufatto.
«Per la parrocchia, ma credo per l’intera città – sottolinea il parroco don Maurizio Viviani –
rappresenta sicuramente una straordinaria occasione per osservare da una posizione privilegiata
l’incredibile soffitto ligneo affrescato di San Fermo. Non è un soffitto qualsiasi in quanto
nessun’altra chiesa al mondo ne ha uno uguale, sia per le enormi dimensioni che per la complessa
articolazione di travi e, non da ultimo, per gli innumerevoli busti di santi dipinti. Proprio la forma a
carena di nave – continua don Viviani – ha un significato spirituale ben preciso in quanto la nave
già nell’iconografia cristiana antica è un simbolo della Chiesa. Su di essa si possono scorgere
dabbasso i volti dei santi. Per dare valore all’importante restauro che si sta compiendo al soffitto e,
vista l’eccezionale opportunità che ci è stata offerta dalla ditta, abbiamo ritenuto potesse essere
un’occasione imperdibile e di assoluto valore storico».
Per partecipare alla visita è obbligatorio prenotare chiamando il numero di telefono di Chiese Vive:
045592813 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, a partire dal 2 gennaio. La visita sarà solo dalle
14.20 alle 17 e si accederà al ponteggio a gruppi di dieci persone ogni venti minuti. Per poter salire
sul ponteggio è necessario avere un abbigliamento adeguato che prevede pantaloni e scarpe basse
con la suola in gomma. È vietato l’accesso ai minori di 14 anni ed è sconsigliato alle persone che
soffrono di vertigini. L’accesso al complesso di San Fermo è dal chiostro dal quale si sale nella
chiesa superiore dove la dottoressa Erika Prandi introdurrà la visita, con la spiegazione dei
principali aspetti storico-artistici della struttura, per poi salire sul ponteggio.
«La doppia fila di ritratti costituisce la più antica e completa pinacoteca di Verona – spiega Erika
Prandi – il che fa del soffitto un unicum nel suo genere. È datata tra il 1314 e il 1350, periodo nel
quale la chiesa benedettina subì importanti modifiche ad opera dei frati francescani che qui vi
rimasero fino alle soppressioni napoleoniche. Il ciclo di dipinti ha stili e realizzazioni diversi, segno
che sono intervenuti più artisti in tempi differenti. Tutte le figure sono inserite in finestre trilobate
scolpite e la struttura presenta decorazioni floreali monocromatiche».
Il soffitto ligneo a carena multipla di nave è formato da sedici capriate di 53 metri di lunghezza
poste su un’altezza di oltre venti metri. Il legno è il larice rosso, molto resistente al tempo e
all’azione degli insetti xilofagi come le tarme. Per costruirlo sono stati tagliati migliaia di alberi che
sono giunti a Verona tramite il corso dell’Adige. Uno di questi è ancora intuibile nella parte
sommitale della carena in cui è presente una cornice a torciglione della lunghezza di dodici metri.
Per realizzare il soffitto ci sono voluti oltre trent’anni di lavoro e centinaia di maestranze, guidate
all’epoca da fra Daniele Gusmari. Il mecenate fu Guglielmo da Castelbarco, ritratto insieme al
priore sull’arco trionfale.
I primi restauri noti sono della seconda metà del 1800 a cui segue quello di Alessandro Da Lisca nel
1905-1909. In questi interventi sono state ricostruite alcune decorazioni, sostituite delle cantinelle
danneggiate e sono state stese ampie velature di nero carbone per rendere omogeneo il tutto.
Successivamente, a seguito dei bombardamenti avvenuti durante la seconda guerra mondiale, si è
dovuto intervenire nella ricostruzione della copertura e nel restauro del soffitto. L’ultimo intervento
noto è degli anni Settanta. Durante i lavori di restauro ancora in corso, finanziati dalla Conferenza
episcopale italiana, dalla Diocesi di Verona e dalla Regione Veneto, sono state trovate numerose
scritte con date e diversi chiodi utilizzati per fissare il tetto che vanno dal 1300 agli inizi del
Novecento.
La chiesa di San Fermo Maggiore in Verona sorge sul luogo del martirio dei santi Fermo e Rustico.
Nel corso dei secoli ha subito vari rifacimenti dovuti agli interventi degli ordini monastici che
l’hanno occupata. Alla chiesa paleocristiana seguì quella benedettina a partire dal 1065. I frati
mantennero le fondamenta originarie costruendoci su due chiese: quella inferiore per conservare le
reliquie dei santi e quella superiore per le celebrazioni liturgiche. Quest’ultima fu realizzata su
modello delle chiese cluniacensi francesi. Nel 1261 subentrarono i frati francescani che rifecero la
chiesa superiore aumentandone le dimensioni fino ad ottenere la forma attuale.
All’interno vi sono opere d’arte di notevole pregio come il Mausoleo Brenzoni di Nanni di Bartolo
e del Pisanello, affreschi di Turone di Maxio, del Maestro del Redentore della scuola di Giotto, di
Domenico Brusasorzi, di Francesco Morone, pale d’altare di Francesco Torbido, Liberale da Verona
e Alessandro Turchi detto l’Orbetto. Il portale d’ingresso, invece, è opera dello scultore Luciano
Minguzzi.
La chiesa di San Fermo Maggiore, insieme alla basilica di San Zeno, alla basilica di Santa Anastasia
e al complesso del Duomo, rappresenta una delle principali chiese di Verona e per questo inserita
nell’itinerario storico dei luoghi della fede.
La visita che viene proposta rappresenta una straordinaria opportunità mai avuta prima per
ammirare da vicino un capolavoro dell’arte medievale ancora in perfette condizioni di
conservazione. Un’occasione unica e irripetibile.