“La scuola è in funzione degli allievi, non dei docenti. O almeno così dovrebbe essere. Invece il primo atto assunto dal ministro Valeria Fedeli è un provvedimento su misura per favorire i docenti appena entrati in ruolo a ritornare vicino casa, annullando il vincolo triennale di permanenza nell’istituto al quale erano stati assegnati. Con quel provvedimento il ministro ha legittimato una furbizia, perché con un proprio decreto ha consentito che i posti di ruolo ottenuti in province diverse dalla propria si trasformino in posto di ruolo ‘sotto casa’”.
L’assessore all’Istruzione e alla Formazione della Regione Veneto, Elena Donazzan, contesta il nuovo cambio impresso alla riforma della ‘Buona scuola’ dal nuovo ministro Fedeli.
“Non è solo una beffa ma, alla luce dei fatti, una vera e propria istigazione alla furbizia – incalza Donazzan – che a casa mia non è mai stata un valore, e non può certo esserlo nella pubblica amministrazione, e meno che meno in una istituzione il cui fine è l’educazione e la formazione delle persone”.
“Nella riforma per l’autonomia che il Veneto rivendica, sulla base dell’articolo 116 della Costituzione – prosegue Elena Donazzan – chiederemo di esercitare maggiori competenze e spazi di decisione in materia di scuola e istruzione. Così proveremo a correggere questa stortura, per tornare a dare rispetto alla professione dell’insegnante e ridurre la piaga del precariato, che oggi ha quasi l’aspetto del caporalato”.
“Chi avrà ottenuto l’ambito ruolo in Veneto – conclude l’assessore all’Istruzione e formazione – dovrà dimostrare di meritarselo (e a questo penseranno i dirigenti scolastici) e di volerlo fino in fondo. Per questo, quando la Regione Veneto potrà esercitare i propri spazi di autonomia, legheremo l’affidamento dell’incarico di docenza ad una permanenza continuativa nel tempo, di almeno un triennio, nella medesima sede”.