Domani mattina alle nove sono passati esattamente settantacinque anni da quando sulla torre del castello si è improvvisamente dispiegata al vento la bandiera degli Stati Uniti d’America. Proprio il 25 aprile del 1945 le truppe alleate già dalle prime ore del mattino erano in transito dal paese dirette a nord, verso Verona, all’inseguimento dei tedeschi ormai in rotta. Il 25 aprile di quell’anno il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia proclama l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai tedeschi e per questo la data è stata poi scelta per la Festa Nazionale in onore e ricordo della lotta partigiana e del contributo dato dall’esercito regolare cobeligerante. Festeggiato sino ad ora ininterrottamente, il 25 aprile lo sarà anche quest’anno seppur in forma ridotta, anzi ridottissima. Nel rispetto delle disposizioni e delle regole in vigore; mascherina, guanti e distanza interpersonale, domani mattina il Sindaco accompagnato dai soli presidenti delle locali sezioni delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, e dal presidente dei Combattenti per la Libertà poserà dei fiori al cippo di via Molini ed in piazza una corona di alloro al Monumento ai Caduti. E non si poteva fare di più quest’anno è la Festa della Liberazione col, e speriamo dal, Virus. Per rimanere in tema vi propongo la storia di un nostro compaesano per il quale il 25 aprile fu veramente una liberazione quella di Vittorio “el Barba, contadin e alpin”.
di Rico Bresaola