Stiamo morendo. Stiamo morendo nel modo più triste e subdolo che possa esistere. Non per una malattia vera, che c’è si una malattia ma non è Mortale. Stiamo morendo giorno dopo giorno di isolamento, di non contatti. Stiamo morendo perché tra poco le luci della nostra città saranno spente e non ci saranno feste, né compleanni per i nostri bambini con gli amici invitati. Stiamo morendo ogni giorno come prigionieri volontari perché ci stanno togliendo tutto ciò che cade sotto il nome di libertà e non c’è ne rendiamo nemmeno conto. Anzi spesso siamo noi che ci isoliamo volontariamente, che si spostiamo quando ci passa qualcuno accanto, che non invitiamo più nessuno a casa nostra e stiamo attenti se ci troviamo anche fuori all’ aperto. La cosa più grave è che spesso questa paura è instillata nei nostri bambini, che parlano ormai sempre di “igienizzarsi” e additano chi si è abbassato la maschera magari per qualche minuto come pericoloso. Ora nella situazione che stiamo vivendo è importante fare attenzione ad alcune cose e questo è imprescindibile ma questa ossessione al malato, questa paura dell ‘ altro è davvero estenuante. Ancora molte persone non si rendono conto che nonostante ci sia una problematica di salute ci sono altre priorità ora. Moriremo di fatto più per il non lavoro che per il virus. Moriremo perché non lavoreremo più. Moriremo di ansia e depressione. I nostri figli cresceranno in bolle di plastica, cosparsi di gel e mascherati ovunque con la paura degli altri, con l’ ansia di star attenti a non toccarsi, a non abbracciarsi. Non pensate che questa realtà sia “passeggera” perché non è così. Questa è la base per la società che si sta delineando e per la realtà che vivranno i nostri figli. Non dureranno in eterno i dpcm della follia e il Governo dei pagliacci. Non dureranno in eterno i divieti di non festeggiare, non spostarsi tra Regioni o Comuni, come non saranno chiusi a vita musei cinema e teatri. Ma durerà in eterno questa modalità di pensiero. Quello si. Sarà costante e come “normalità” e stile di vita il non contatto, la paura delle altre persone, l ‘ attenzione a come ci si muove. A meno che tutti non accettino queste sentenze questa sarà la realtà dove vivremo e dove vivranno i nostri figli. La psicologia del terrore ha dato i suoi frutti. Siamo tutti, o quasi tutti, volontariamente in isolamento… Alcune cose le hanno vietate, altre hanno fatto in modo che c’è le vietassimo da soli. Questa è la peggiore delle dittature, la peggiore delle meschinità: usare le paure delle persone per imporre quel che si vuole, travestendo il tutto da attenzioni alla salute del cittadino. Per lo Stato siamo solo numeri e sperimentazioni. Togliamoci da questa situazione di prigionia volontaria. Finché c’è ancora un po’ di tempo…
Alessandra Cordioli